31 Ago RIBELLE NATA BORGHESE: STORIA DELLA POLO T-SHIRT
Ribelle eppure elegantissima, indossata dagli aristocratici sui campi da tennis, ma anche dai “Clash” sui palcoscenici dei concerti musicali. La storia della polo è affascinante e fa il giro del mondo: inventata in India, apprezzata ed amata dai francesi, ma con un passaporto orgogliosamente inglese. La polo rappresenta tanti concetti ed esprime tante idee (e ideologie). Ripercorrerne la storia è un susseguirsi di emozioni e di viaggi, nonché di una vera e propria evoluzione sociale. La polo è ormai diventata il simbolo di un determinato stile di vita sportivo / casual, che però ha intrapreso strade inaspettate.
I primi che iniziarono ad indossarla furono gli ufficiali di stanza nel paese del Gange: mentre scoprivano il gioco del polo a cavallo, adottarono anche la pratica t-shirt con colletto chiuso da 2 o 3 bottoni, in stile camicia, con il taschino sul petto.

Sul finire del XIX secolo era iniziata dagli aristocratici parigini una nuova tendenza a tenersi in forma facendo attività fisica e dedicandosi allo sport.
John Brooks (Brooks Brothers) fu illuminato dai giocatori di polo durante un viaggio di lavoro in Inghilterra, dove partecipò ad una partita. Decise infatti di applicare i colletti delle loro uniformi alle sue camicie, al suo ritorno in America (da qui l’invenzione della “camicia button-down”). Brooks considerò rivoluzionaria l’idea dei colletti fissati con i bottoni e cercò di capitalizzare su di esso quest’innovazione, al suo rientro negli Stati Uniti.
Lewis Lacey (giocatore di polo britannico, di origine canadese), diede vita al logo del giocatore di polo a cavallo, quando aprì un negozio di articoli sportivi a Buenos Aires, in Argentina, negli anni ’20.
La polo t-shirt rimase legata al mondo dello sport per parecchio tempo e nel 1926, il tennista René Lacoste (un ribelle borghese), progettò una nuova maglietta che indossò proprio quell’anno. A quell’epoca, si andava a giocare tennis, vestiti come quando si andava ad un aperitivo formale. Fu l’inizio di un vero e proprio trionfo.
Lacoste tagliò le maniche alla camicia, e ricamò un coccodrillo (suo talismano portafortuna). Lacoste aveva visto un coccodrillo a Boston nel 1927, dove si trovava con la squadra per giocare contro l’Australia la semifinale di Coppa Davis. L’incontro non fu propriamente pericoloso: il coccodrillo infatti, si trovava in una pelletteria, tradotto su una borsa, che Lacoste immaginò subito essere perfetta per contenere le sue racchette. Il capitano della squadra, Pierre Gilou, prendendolo in giro, gli promise che, se avesse vinto i due match singolari che doveva giocare, gli avrebbe regalato la borsa.
Circa vent’anni dopo, un altro tennista, questa volta al di là della Manica, inizio a percorrere una strada simile. Ma la storia era completamente diversa. Fred Perry era infatti figlio di un operaio in una fabbrica che produceva cotone, e che divenne membro del Parlamento per il partito laburista. Fu proprio lui a spingere il figlio alla pratica del tennis: una forma di reazione a quello che non aveva potuto praticare lui da giovane. Nel 1952, Fred Perry indossò la sua prima polo a Wimbledon.
Fu poi Ralph Lauren, nel 1972, a consacrare definitivamente l’abbinamento del nome con quel capo d’abbigliamento grazie alla sua nuova linea di moda, chiamata proprio “Polo”, che vedeva nella Polo t-shirt la vera e propria punta di diamante di tutta la collezione.
Oggi questo capo d’abbigliamento è un vero e proprio simbolo dell’eleganza “easy” e informale. In un mondo sempre più dinamico, dove si cerca di vestire senza “vincoli”, la polo t-shirt ha ormai conquistato le luci di tanti palcoscenici.
Dallo sportswear più classico, al “leisure”, dal fashion al……. workwear. Oggi la polo t-shirt sta vivendo ancora sulle ali del suo antico successo, e continua ad evolversi lungo un percorso fatto di ricerca e di sviluppo costanti.
BTECH non è rimasta immune al fascino di questo capo d’abbigliamento ricco di storia, e propone oggi un proprio “style” ricco di tecnicità, comfort e performance di alto livello.

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